03/07/23

Ieri sera non riuscivo a prendere sonno, apro YouTube e il primo tra i video suggeriti era questo reperto archeologico pazzesco. Una tribuna elettorale della campagna per le elezioni politiche del 1996. 
Da un lato Berlusconi e gli uomini del suo “Polo”, tra cui i giovanissimi Tremonti, Fini e Casini. Lui carismatico, sul pezzo, con una mimica facciale potentissima. All’epoca ancora senza la chirurgia estetica che in seguito gli farà perdere la mobilità dei muscoli del viso. Quella mimica facciale sfrontata ed ammaliante, mi sono detto, deve per forza essere stata uno dei segreti della sua longevità politica (a parte il monopolio di tv e giornali, e la proprietà di un club di calcio molto vincente…), e forse non è un caso che la sua parabola discendente sia iniziata insieme alla progressiva paralisi della faccia. 

Dall’altro Prodi e il suo “Ulivo”, c’era anche D’Alema che oggi ha solo qualche capello bianco in più. Prodi calmo, rassicurante, bellissimi i suoi occhiali anni ’80. L’amico bravo, quello che ha studiato, che spesso riesce a rispondere a tono evidenziando le contraddizioni più macroscopiche del Berlusconi imprenditore/politico. Ma in definitiva un po’ grigio, senza pathos, e noioso da ascoltare. 

Conduce una giovanissima Lucia Annunziata, che riesce ad arbitrare questo combattimento tra galli con la cazzimma di una giornalista già esperta. 

I temi del dibattito, in grande sintesi. La giustizia, con la magistratura politicizzata e da s-politicizzare. Il conflitto d’interessi, che non esiste perché “col mio ingresso in politica le mie aziende ci hanno rimesso”. La Rai, troppo in mano, cito testualmente, “alle sinistre” e che quindi va riequilibrata. L’economia, e il debito pubblico troppo alto a causa della spesa pubblica improduttiva e di un welfare troppo assistenzialista. Soluzione, dare solo a chi ha veramente bisogno e il resto darlo alle aziende, vere creatrici di lavoro e uniche in grado di far diminuire la disoccupazione. La parte più interessante quella sulle privatizzazioni, con Prodi (uno di “sinistra”) che rivendica il successo della privatizzazione dell’IRI, la più grande azienda pubblica italiana, e Berlusconi (all’epoca profeta del liberalismo) che accusa Prodi di averlo dismesso facendo aumentare la disoccupazione. 

Questo video da solo mette in evidenza le radici di un’egemonia culturale, quella di Berlusconi e del berlusconismo, che è sopravvissuta alla sua parabola politica e anche alla sua morte e spiega anche il fallimento ideologico e leaderistico delle varie mutazioni della sinistra. Ma soprattutto ho pensato che se chiedessimo ad un’intelligenza artificiale di sostituire le facce di Berlusconi, Prodi e le comparse dietro di loro con quelle di Meloni e Schlein, nessuno se ne accorgerebbe perché nel dibattito politico di oggi si parla esattamente delle stesse cose e nello stesso modo. Insomma, sto video di ormai quasi 30 anni mostra chiaramente che non siamo mai veramente usciti dagli anni ’90, o, se ne siamo usciti, ne siamo usciti malissimo.
© Federico Filetti
Maira Gall