16/12/15

"Nell'Ascensore" - il mio primo componimento ermetico:


Una troupe di nani che rappresenta il Riccardo III di Shakespeare

Musica New Age

Salire di Livello.

21/11/15

Ho sceso dandoti il braccio

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.


Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. 

Eugenio Montale

01/11/15

Capitolo Primo

Eravamo tutti ubriachi. La batteria al completo era ubriaca, viaggiando nel buio su quella strada. Andavamo verso Champagne. Il tenente continuava a cavalcare su e giù per i campi, dicendo al cavallo: Sono ubriaco, ti dico, mon vieux. Oh sono cosí fradicio. Viaggiammo su quella strada nel buio tutta la notte e l'aiutante continuava a cavalcare a lato della mia cucina dicendo: <<Devi spegnere, è pericoloso. Possono vederci. Eravamo a cinquanta chilometri dal fronte ma l'aiutante si preoccupava del fuoco della mia cucina. Era divertente viaggiare su quella strada. Questo fu quando io facevo il caporale di cucina.

Ernest Hemingway

05/08/15

Cosa è (stata) PiazzaPulita

Abbiamo aspettato così tanto la seconda edizione di PiazzaPulita che, appena arrivata, non abbiamo fatto in tempo a godercela.
Sarà stato il caldo afoso che picchiava forte fin dalle nove di mattina, sarà stato lo stress delle mille cose da fare e del tempo troppo ristretto per farle o forse l'ansia di far andare tutto per come lo avevamo progettato, ma a me e a tutto il resto della truppa sembra che PiazzaPulita non sia durata più di cinque minuti.
Che poi, tra il tempo che ci è voluto ad organizzarla e il tempo che effettivamente è durata, il paragone non è poi così azzardato.

La partita più importante si è giocata proprio dal punto di vista organizzativo. E' qui che abbiamo avuto alcune piacevoli sorprese.
Innanzi tutto l'Amministrazione Comunale - e in particolar modo la neo assessora (e amica) Valentina Nicotra, ma anche Sindaco, Vicesindaco e gli uffici dell'assessorato a Sport, Turismo e Spettacolo - ha mostrato sin da subito molto interesse nella nostra iniziativa, fornendo un aiuto sostanziale per la riuscita di questo evento. Se con PiazzaPulita possiamo permetterci il lusso di parlare di successo, il merito è anche loro e bisogna riconoscerlo.
Ulteriore aiuto è arrivato dai cittadini e dalle associazioni: Giuseppe Di Vita, che è venuto con la neonata Ecostazione e ci ha scattato più di 300 foto, Valentina ed Elia che ci hanno deliziato con i loro giochi infuocati, Iside Polizzi che ha presentato il suo bellissimo romanzo, Katia e Alice con le loro creazioni e l'associazione Ricominciamo da Isabella con la loro campagna a sostegno delle donne malate di cancro al seno.
Ma anche noi ci abbiamo messo del nostro: trovare uno scopo per l'evento non è stata cosa facile, soprattutto dopo il mezzo fallimento dell'anno scorso. Così è stata partorita l'idea del pianoforte facendo nostra l'iniziativa "Play me, I'm yours", già presente nelle più grandi ed importanti città del mondo.
L'esigenza del Collettivo era quella di evitare che PiazzaPulita restasse solo un evento e per questo avevamo bisogno di lasciare qualcosa di concreto, di immediato. Il piano, le palme e tutte le altre piante donate alla cittadinanza ci sembravano quanto di meglio potessimo regalare, nella speranza che abbiate apprezzato sia sforzi che risultati.

Durante la serata, un amico che vive in Emilia ci ha detto che "il clima sembra quello di una festa dell'Unità". Ed effettivamente è vero. La stessa sensazione di appartenere ad una comunità, la possibilità di poter scegliere tra varie attività in base ai propri gusti e la bellezza di poter vedere nello stesso posto almeno tre generazioni diverse. A differenza delle feste dell'Unità, però, il punto d'incontro non è l'appartenenza ad un'ideologia politica, quanto il riconoscersi nelle forme d'arte proposte. Per questi motivi, secondo noi, PiazzaPulita ha avuto una funzione aggregatrice molto importante.
Ecco, fino a quando l'arte riuscirà a far convergere esigenze diverse, noi potremo dire, senza eccessi di superbia, che PiazzaPulita è stata un successo.

Federico Filetti a nome del Collettivo CAPPA


25/07/15

PiazzaPulita - La Villa è Bella

Ad aprile vi avevamo lasciato con una promessa: "Presto tornerete a sentir parlare di noi".
Sono passati più di tre mesi e durante tutto questo tempo il Collettivo CAPPA (acronimo di Cittadini Attivi Per Piazza Armerina) ha iniziato un percorso di organizzazione interna volto a dare continuità a quanto di buono avete avuto modo di vedere nei due eventi organizzati dalla sua nascita.
Un lavoro reso difficile dai tanti impegni universitari e dalle distanze fisiche che separano i membri del gruppo. Lavoro che, tuttavia, è stato portato avanti con un obiettivo chiaro: rendere Piazza Armerina una città con un'idea di innovazione culturale ben definita. Una città, insomma, nella quale i giovani possano -almeno pensare di- costruire il proprio futuro. 
Era necessario creare un evento originale, per poi trovare un luogo adatto nel quale poterlo realizzare.

Da queste esigenze nasce "PiazzaPulita - La Villa è Bella". 
Come avrete avuto modo di intuire l'evento è la riedizione di PiazzaPulita 2014, questa volta ambientato nella bellissima cornice della Villa Garibaldi, sabato 1 agosto dalle ore 17.
Portando lo stesso nome, questa PiazzaPulita avrà molti punti di continuità con quella PiazzaPulita.
Ma è soprattutto sulle discontinuità che vogliamo concentrarci. 
Innanzi tutto, l'evento avrà una durata maggiore e sarà scandito in tre momenti.
La Villa Garibaldi, vista la sua estensione, giocherà un ruolo fondamentale nella distribuzione delle attività. 
Nella prima fascia oraria potrete partecipare a moltissime iniziative: laboratori di lettura, mostre fotografiche e attività di intrattenimento ludico e musicale in compagnia di alcune delle associazioni presenti in città; nella seconda fascia oraria, invece, avrete modo di assistere ad uno spettacolo nel quale sarà esposto lo scopo per il quale l'evento è stato creato; nella terza fascia oraria, che poi è quella dedicata principalmente ai giovani, ci sarà un djset totalmente gratuito all'interno della Villa stessa.

Gli obiettivi che il Collettivo si pone sono molto ambiziosi. Siamo perfettamente consapevoli che per realizzare un decimo delle cose che vorremmo realizzare sia necessario un miglioramento costante e quotidiano del senso di cittadinanza da parte di tutta la collettività. Noi puntiamo a questo e per questo vi chiediamo, in un'ottica di collaborazione, di partecipare numerosi.
Ma, soprattutto, vi chiediamo di non smettere mai di inseguire e valorizzare la Bellezza.

P.S.: sentiamo l'esigenza di chiedere ufficialmente scusa a Piazza Armerina per la mancata realizzazione dei cestini gettacarte che avevamo promesso nell'edizione di PiazzaPulita dello scorso anno.
Come sapete, i dieci cestini -progettati dal giovane architetto Salvatore Ciantia- dovevano essere realizzati dall'azienda con la quale ci eravamo accordati, per poi essere posizionati in diverse zone della città.
Nonostante alcune contingenze abbiano determinato la mancata realizzazione di quanto effettivamente promesso, ci assumiamo pienamente la responsabilità di questo "bersaglio mancato", consapevoli che gli errori sono, per le persone intelligenti, occasioni fondamentali di crescita e con la promessa di analizzare con spunto più critico le problematicità che si presenteranno d'ora in avanti.

Federico Filetti a nome del Collettivo CAPPA



29/06/15

L'inizio o la fine?

Negli ultimi anni abbiamo constatato che nella società globale il rapporto tra economia e democrazia è spesso difficile. Dal 2011 ad oggi abbiamo avuto prova del fatto che la democrazia (intesa come libera scelta dei propri rappresentanti eletti in base ad un programma politico) ha ceduto il passo all’economia e alle sue "regole".

05/05/15

Sulla legge elettorale appena votata

Ciò che di importante c'è da sapere è che, se il PD vincesse le elezioni (sia al primo turno che al ballottaggio), avrebbe 100 deputati eletti da listino bloccato sui 340 totali garantiti dal premio di maggioranza. E poco importa se la Corte Costituzionale (noto ente sovversivo guidato da black block) ha dichiarato invalido il Porcellum proprio per il premio di maggioranza e per i listini bloccati. La legge inoltre varrà solo per la Camera, visto che il Senato dovrebbe essereabolito prima della fine della legislatura. E non dimentichiamo che dal 2018 la sola Camera sarà responsabile della nomina di management RAI, di 1/3 dei membri della Corte Costituzionale, di 1/3 dei membri del CSM e della nomina del Presidente della Repubblica.
Un enorme accentramento del potere nelle mani del Governo, che si è votato da solo (e con la fiducia) una legge di livello quasi costituzionale. Forse Renzi, spinto dalla sua frenesia innovatrice, ha dimenticato che questo è il Paese che ha dato i natali ai Fascismi. O forse non lo ha mai saputo. Resta un dato di fatto: accentrare il potere nelle mani di una sola persona/partito è quantomeno incauto, perchè è vero che se si votasse domani vincerebbe lui, ma cosa accadrebbe se settimana prossima vincesse l'altro Matteo?

ff

03/05/15

1 Maggio, la festa, la protesta e i cretini.

Tutto quello che penso sulle vicende del 1 Maggio 2015 può essere riassunto da questa foto.

11/04/15

Mirko e Gaetano vi ringraziano. E anche io.

Possiamo dirlo: al di là di ogni inutile (e falsa) modestia, il Festival di Primavera 2015 è stato un grande successo.
Sui social, negli tre ultimi tre giorni, abbiamo avuto modo di assistere ad un tripudio di complimenti tutti dedicati a quei due minchioni di Mirko e Gaetano, che con la professionalità ed il talento di due show-man navigati hanno fatto un enorme regalo ad una città che versa in uno stato di coma profondo.
Gli stessi Mirko e Gaetano, adesso, sentono di doversi sdebitare con chi ha supportato il loro lavoro aiutandoli nell’organizzazione dell’evento e con chi, più semplicemente, è venuto al Teatro a godersi lo spettacolo.
In una tiepida giornata primaverile, finita la “sbornia” del post-festival e ritornato alla vita di tutti i giorni, ho raccolto da loro alcune dichiarazioni, che riporterò qui sotto senza nessun tipo di editing. Nella speranza che il significato più profondo delle loro parole arrivi alle vostre coscienze con la stessa dirompenza con la quale sono arrivate alla mia.

Gaetano Pecoraro: ”E’ stato uno spettacolo organizzato per mettere in luce le varie forme artistiche, presentandole congruentemente al contesto, per sensibilizzare e per far vedere che non è necessario vivere in Germania, o in America, o al nord Italia o in qualsiasi altro posto del mondo, per provare a fare qualcosa di straordinario anche nell'entroterra siculo.
Le cose grandi si fanno se una persona decide di mettersi in gioco.
Inoltre, il festival non deve essere valutato soltanto come spettacolo teatrale in se, ovvero il prodotto teatrale finito, ma per quello che è riuscito a creare in termini di coesione, di atmosfera, di spirito.
La foto del selfie pubblicata da Giuseppe di Vita spiega esattamente cos'è stato il festival: quell'entusiasmo per esser stati partecipi a qualcosa di straordinario, quel non sentirsi soli dentro al proprio mondo, quell'essere consci che ognuno di noi è stato un tassello che messo assieme agli altri non era invidiabile a nessuno dei mosaici della Villa Romana.
Eravamo tutti consapevoli e vogliosi di creare qualcosa di bello per il semplice piacere di metterci in gioco assieme: io da solo non ci sarei mai riuscito neanche fossi stato Fiorello. Il fatto di essere stato un gruppo ha fatto la differenza: da soli si partecipa, assieme si vince sempre e noi abbiamo vinto, perchè il pubblico ha visto un gruppo di amici sul palco."

Mirko Milazzo: ”Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Da questa legge della fisica, tanto odiata dagli studenti, ma importante per la scienza, possiamo dire che nasce questo nuovo Festival di Primavera. Il nostro spettacolo, giunto alla sua quarta edizione, si è radicalmente trasformato da un contest tra artisti ad un varietà ispirato ai varietà RAI degli anni ‘70. Perché? Beh, forse perché è un'idea che nasce da menti che amano il teatro il cinema e la televisione, o meglio ancora perché forse volevamo osare per vedere e far vedere che stiamo crescendo non solo fisicamente e mentalmente, ma anche nella nostra passione: fare teatro, recitare.
Duro è stato il prefestival. Grandi le difficoltà trovate sia per il montaggio dello spettacolo in se, dal momento che il format doveva essere rinnovato, sia perchè non avevamo più la "scuola", il liceo, dietro le nostre spalle a sostenerci, economicamente soprattutto. Ma grazie al contributo di molte persone ed amici, possiamo dire che siamo riusciti nel nostro intento.
Non per vanto, ma lo conferma il sold out della Serata.
L'idea di regalare un momento di leggerezza per far staccare la spina dalla banale quotidianità alle persone nasce dalla voglia di far vedere e capire che con l'impegno ci si può anche divertire e offrire al nostro paese spunti sul quale riflettere. Questo nuovo festival parte anche da questo, infatti grazie agli ospiti che, gratuitamente, si sono esibiti sul palco, e a qualche momento serio tra monologhi e poesie, ci siamo soffermati a far riflettere il pubblico sulla vita da cittadini, ma soprattutto da ITALIANI. Siamo sempre abituati a dare la colpa al politico corrotto, agli immigrati, al medico che non c'è, al vigile che sta al bar a bere il caffè. Sarà pure vero, ma per un attimo assumiamoci le nostre responsabilità. Ecco, noi ci siamo interrogati su questo e da ciò abbiamo voluto creare questo “frankenstein” che ha continuato a portare il nome di "Festival di primavera" accompagnato però da un sottotitolo che è diventato la summa della serata: Tutto il mondo è un palcoscenico. Molti sono i grazie che dobbiamo alle persone, ai nostri amici che ci hanno supportato e sopportato, all’amministrazione e al sindaco Miroddi, che ci ha concesso di usufruire gratuitamente del teatro e del Service, ed in particolare a Francesco e Giovanni Urzì. Un ulteriore grazie va a Biagio Cilia, regista dei nostri promo, ex compagno di classe e amico che collabora con noi alla regia di quasi ogni nostro spettacolo. Per ultimo, ma non perché sia il meno importante, sento di ringraziare il "nostro" pubblico che come sempre ci dimostra il suo affetto. Stiamo già pensando al prossimo anno, le idee sono molte e chissà proprio partendo nuovamente da quella teoria fisica il festival potrà anche cambiare nome, ma non vi preoccupate noi di certo, non cambieremo."

A margine, vorrei esprimere alcune mie riflessioni su questa esperienza.
Durante queste settimane, il mio compito è stato quello di gestire la pubblicizzazione mediatica del Festival. Ho scritto, corretto, riscritto un fiume di parole. Ho messo il mio tempo e le mie abilità nelle mani di Mirko e Gaetano, al servizio di una causa che condividevo. Ho realizzato che il fine, come durante PiazzaPulita, non è quello di non sfigurare la sera della manifestazione; ho capito che il fine, ora come allora, è quello di smuovere le coscienze. E che il mezzo, l’unico vero e possibile mezzo, è l’arte. Il primato dell’arte come ultimo baluardo contro l’oblìo al quale saremo inevitabilmente relegati, visto il fallimento politico, morale ed ideologico di cui siamo tutti testimoni e di cui la nostra generazione è vittima, più o meno consapevole.
E’ questo il più grande tesoro che ho avuto modo di raccogliere dal Festival.
Non avrei mai potuto immaginare una così larga partecipazione da parte del pubblico ed una così forte eco mediatica per un evento che è nato e si è sviluppato soprattutto sui social.
Per questo motivo sento di dovervi ringraziare: a nome mio, a nome di Mirko, a nome di Gaetano e a nome di quella ventina di ragazzi (quasi tutti emigrati, è necessario sottolinearlo) che, quasi senza volerlo, si sono ritrovati a far parte di un collettivo nel quale il più grande valore è l’amore per il proprio territorio e nel quale la diversità – in questo caso intesa come interdisciplinarità- è l’unico strumento attraverso cui questo amore si concretizza.

Presto tornerete a sentir parlare di noi.

Federico Filetti

26/03/15

Festival di Primavera: tre anni di assenza non sono troppi

Che fosse nell’aria da tempo ce n’eravamo accorti un po’ tutti. Soltanto ieri, però, è arrivata l’ufficialità: dopo un’assenza che dura dal 2012, torna al Teatro Garibaldi il Festival di Primavera.

Nato nel 2010 da un’idea di due ragazzi al loro ultimo anno di liceo, Mirko Milazzo e Gaetano Pecoraro, e organizzato sotto forma di contest musicale, il Festival si poneva degli obiettivi ambiziosi: innanzi tutto quello di riuscire a divertire il pubblico e poi quello di dimostrargli che le “nuove leve” erano sostanzialmente –oltre che formalmente- presenti ed attive nel percorso di crescita della città, ricordando a tutti che lo sviluppo di una comunità è legato inestricabilmente allo sviluppo dei suoi singoli.
E’ su questi binari che si è affermato il successo del Festival.
Successo che è stato costruito in particolar modo grazie al talento di Gabriele Virzì, pianista laureato al Conservatorio di Parma e vincitore dell’edizione del 2010, e grazie alle splendide voci di Saida Zaltni e Carla Romano, vincitrici rispettivamente dell’edizione 2011 e 2012.
Poi un lungo periodo di pausa: nuove esperienze, l’università, il confronto con persone diverse in contesti più dinamici di quanto non lo sia un paesino di venti mila anime al centro della Sicilia.

Ed eccoci qui.
Sono gli ultimi giorni di marzo e quegli stessi ragazzi si stanno dando un gran da fare per organizzare un evento in sé totalmente rinnovato seppur mantenendo un filo di continuità, necessaria a sottolineare che “siamo gli stessi tizi del 2010”.
E allora via la formula del contest, che viene sostituita da quella del Varietà: miscellanea nella quale si alterneranno momenti di divertimento ed altri in cui lo spettatore viene condotto verso delle riflessioni più ampie e profonde.

Stavolta, però, Mirko e Gaetano non saranno soli.
E l’esperienza di Piazza Pulita, evento benefico che si è svolto il 27 Luglio 2014 in Piazza Martiri d’Ungheria, è stata fondamentale in quest’ottica. Una comunità formata da una ventina di coetanei, tutti amici tra loro e quasi tutti studenti fuori sede, ha dimostrato che è possibile realizzare un ottimo prodotto senza ingenti risorse economiche, pur non vivendo a Piazza Armerina; che impegnandosi è possibile, anzi quasi doveroso, offrire qualcosa di stimolante ad un numero quanto più grande di persone.
Ciò che più ci fa essere fiduciosi riguardo al futuro è che la buona volontà, fino ad adesso, è stata ripagata: basta guardare ai tanti cittadini che, privatamente, si sono offerti di aiutarci e tutti assolutamente pro bono.

Nelle ultime ore è stato lanciato il promo del festival, un monologo tratto da "Come vi piace" di Shakespeare, intitolato "Il mondo intero è un palcoscenico" e interpretato da Mirko Milazzo, con regia di Biagio Cilia.
Guardandolo vi renderete conto che facciamo sul serio.

Festival di primavera 2015: tutto il mondo è un palcoscenico
8 Aprile 2015, ore 21:00
Teatro Garibaldi



ff

12/03/15

Monologo del Capodoglio - Guida Galattica per Autostoppisti

Un’altra cosa che era stata dimenticata era che, contro tutte le probabilità, un capodoglio era stato d’un tratto portato in vita molte miglia sopra la superficie di un pianeta alieno.
E poiché quella di stare sospese in aria non è una peculiarità delle balene, la povera creatura innocente ebbe ben poco tempo di riflettere sulla propria identità di balena, prima di accettare il fatto di non essere che un’ ex-balena.
Qui di seguito riportiamo i suoi pensieri dal momento in cui la sua vita incominciò al momento in cui finì.
“Ah…! Cosa succede?”
“Ehm, scusate, chi sono?”
“Ehi?”
“Perché sono qui? Qual è lo scopo della mia vita?”
“Cosa intendo dire con “chi” sono?”
“Calmati ora, controllati… oh, questa è una sensazione interessante… cos’è? È una specie di formicolio nel… nel… be’, immagino sia meglio cominciare a dare dei nomi alle cose, se voglio far progressi in quello che chiamerò mondo… Allora dirò che il formicolio è nello stomaco.”
“Bene. Ohhh, si sta facendo molto forte. E, ehi, cos’è questo fischio che passa accanto a quella che chiamerò subito testa? Lo chiamerò… lo chiamerò vento! Che sia un nome adatto? Ma sì, per il momento può andare, poi gli troverò un nome migliore quando scoprirò a cosa serve. Dev’essere molto importante questo vento, perché mi sembra che ce ne sia un casino, qua. Ehi! Cos’è questa? Questa… la chiamerò coda, sì, coda. Ehi, la posso agitare in qua e la! Wow! Wow! Che bello! Non mi pare che si ottenga un gran che agitandola, ma poi scoprirò a cosa serve.”
“Dunque… a questo punto sono riuscita a farmi una rappresentazione coerente delle cose, o no?”
“No.”
“Non importa, in fondo è eccitante dover scoprire tante cose, non vedo l’ora di scoprire altre cose, ah! sono stordita dalla voglia di scoprire…”
“O dal vento?”
“Ce n’è davvero moltissimo, di vento, vero?”
“E wow! Ehi! Cos’è quella cosa che mi viene incontro a tutta velocità? È così grande, uniforme, rotondeggiante che ha bisogno di un bel nome sonante come… come… come terra! Sì! Che bel nome, terra!”
“Di’, saremo amici, terra?”
E il resto, dopo una botta tremenda, fu silenzio.
Curiosamente, l’unica cosa che pensò il vaso di petunie cadendo fu “Oh no, non un’altra volta!”.
Molte persone hanno riflettuto che se noi sapessimo esattamente perché il vaso di petunie pensò così, sapremmo molte più cose sulla natura dell’universo di quante non ne sappiamo attualmente.

07/03/15

Mai vista - Colapesce

Mai vista una schiena cosi
un avvallamento si crea proprio a metà
tu non l'hai visto mai
come si sta bene con te
valeva la pena sgonfiare il nostro io
per un onesto noi
prendo il vestito migliore
lo indosso
prenoto un bel posto
si vede anche il porto e poi
il caso guiderà

Prende nuova forma il tuo corpo stremato
diventa un tramonto e inizia la brina
porgi le tue frasi sulle labbra di un orso
scaliamo la notte con passo insicuro

Mai visto un sentiero cosi
un avvallamento si crea proprio a meta'
scorre dell'acqua che
si ferma comoda al centro del corpo
progetta un giardino nell'unico cielo che sta sopra di noi

Prende nuova forma il tuo corpo stremato
diventa un tramonto e inizia la brina
porgi le tue frasi sulle labbra di un orso
scaliamo la notte con passo insicuro

07/01/15

L'intervento di Aldo Giannuli sull'attentato di Parigi. Leggete.


"Parigi: 12 morti fra cui alcuni agenti ed il gruppo dei quattro vignettisti di “Charlie Hebdo” a causa di un attentato di jihadisti islamici. Fra i caduti, ricordo personalmente Wolinski, di cui mi divertivano le vignette quando mi capitavano fra le mani copie di “Action”, di “Hara Kiri Hebdo” o di “Charlie Hebdo” già dagli anni settanta; perché Wolinski era un uomo di sinistra, molto vicino al movimento del sessantotto, non era certo un sostenitore del Fn di Marine Le Pen. E già questo fa capire come, per l’ala armata del fondamentalismo islamico, non fa alcuna differenza trovarsi davanti un lepenista o un comunista, uno della Lega Nord o di Rifondazione Comunista. Per loro siamo tutti nemici allo stesso modo, è bene prenderne atto e regolarsi di conseguenza.
Ovviamente non c’è dubbio sulla matrice dell’attentato, se parliamo della sua esecuzione: si tratta di uomini che appartengono all’ala armata di qualche formazione dell’islamismo radicale. Questo non deve indurre a nessuna campagna islamofoba (che, purtroppo, temo prenderà piede in Francia già dai prossimi giorni, per la gioia di Marine Le Pen): bisogna saper distinguere molto bene fra islamici, fondamentalisti e terroristi. Non tutti gli islamici sono fondamentalisti ed, anzi, la netta maggioranza sono degnissime persone, aliene da ogni fanatismo. Così come non ogni fondamentalista è un terrorista pronto a uccidere. Ciascuna di queste fasce merita un trattamento a sé stante: gli islamici non fondamentalisti, vanno protetti e difesi dalle campagne islamofobe, vanno accolti ed integrati, in modo da integrarli nella comunità nazionale ed isolare i fanatici.
Verso i fondamentalisti, al contrario, occorre avere la massima durezza ed, alla prima occasione, buttarli fuori senza nessuna esitazione. Di fanatici, fascisti, maniaci religiosi, esaltati ne abbiamo già abbastanza in casa nostra, senza bisogno di andarne ad importare.
Quanto ai terroristi, non c’è bisogno di dire cosa fare: quindi, salvo il rispetto delle convenzioni internazionali sui prigionieri di guerra (quindi niente pena di morte e niente tortura), per il resto pugno di ferro esattamente contro i nemici in guerra.
Ma, direte voi, uno non ha scritto in fronte se è un islamico tranquillo, se è un fondamentalista o se è un terrorista. Osservazione giusta che, però, vale solo per i terroristi, che tendono, ovviamente, a camuffarsi e sono materia di osservazione dei servizi di sicurezza ed organi di polizia. Vice versa state tranquilli che i fondamentalisti, proprio in ragione del loro fanatismo, tendono a venir fuori da soli: difficilmente un fondamentalista mancherà di manifestare la sua intolleranza religiosa. Forse sarebbe opportuno sottoporre a chi vuol entrare in un paese europeo, una dichiarazione giurata (insisto: giurata) di osservanza della Costituzione del Paese in cui entra e di accettazione dei valori di libertà, di tolleranza religiosa, di laicità dello Stato, di eguaglianza fra i sessi, in mancanza della quale, il soggetto è respinto alla frontiera. E se l’interessato mentisse? Tranquilli: un vero fondamentalista non presta giuramento (che significa chiamare Dio a testimone della verità delle sue affermazioni) se deve accettare di osservare il rispetto delle altre fedi, della laicità dello Stato, la parità fra i sessi ecc. Questo, ad esempio, significa accettare vignette come quelle che sono costate la vita ai vignettisti di Chalie Hebdo, non sollevare problemi sui crocefissi nelle scuole e negli ospedali, sui presepi nelle scuole ecc (capito, imbecilli di Presidi, che avete accettato di smantellare il presepe, per accettare le rimostranze dei genitori dei ragazzi islamici?), non rompere le vetrine delle librerie che espongono libri come “Versetti satanici” ecc. Tutti comportamenti da sanzionare con l’ammonizione e, se ripetuti, con l’espulsione.
Tranquilli che i fondamentalisti si eliminano da soli come problema. Ed avremo già fatto un passo avanti, privando il pesce terrorista dell’’acqua in cui nuota. Poi i terroristi sarà più facile circoscriverli ed individuarli applicando i comportamenti conseguenti.
Sarebbe necessario un immediato vertice europeo (magari lo convochi immediatamente Renzi visto che, per qualche giorno ancora, è responsabile della Commissione, avrà finalmente fatto una cosa che faccia ricordare il suo semestre) per valutare la risposta da dare unitariamente.
E sarebbe utile che un giorno della prossima settimana da concordare, tutti i giornali europei uscissero con un’ intera pagina con le vignette su Maometto tratte da “Charlie Hebdo”. I fondamentalisti devono capire che è l’intera società europea, di destra o di sinistra, laica o religiosa, del Nord o del Sud a fare sue quelle vignette e battersi in difesa della libertà di espressione. Chi volesse sfidare questa manifestazione di volontà politica, deve sapere che troverà contro l’intera Europa sul piano culturale, politico, di polizia e, se necessario, militare.
A proposito… cosa stiamo aspettando a proposito del Califfato? Vogliamo sbrigarci?
Detto questo, poi c’è da capire se c’è qualche manina non islamica dietro gli attentatori. Beninteso, non ho nessun elemento per escludere che quello che è accaduto sia realmente quello che sembra: una azione di terrorismo di gruppi islamisti radicali, punto e basta. Ma siccome a trarre giovamento da questa strage saranno in diversi (ad esempio il Fn che si appresta a fare vendemmia di voti, di conseguenza anche Putin che proprio sul Fn sta puntando per condizionare l’Europa sulla questione delle sanzioni, in una certa misura anche Israele che rinsalda i vincoli con l’Europa ogni volta che c’è un episodio di questo genere, chiunque voglia destabilizzare la Francia in particolare e l’Europa in generale…) vale la pensa di dare un’occhiata anche ad altre piste. In fondo, quando accadde l’eccidio di Tolosa, poi venne fuori che il cecchino, Mohammed Merah, era stato a lungo collaboratore dei servizi segreti francesi in operazioni di infiltrazione del mondo jiadista e che, ad un certo momento, era inspiegabilmente sfuggito di controllo e, sempre inspiegabilmente, aveva fatto quella strage. Peccato che non abbia potuto spiegare cosa gli fosse passato per la testa, perché crivellato di colpi al momento della cattura. E così non se ne è saputo più nulla.
Questi di “Charlie Hebdo” vediamo di catturarli vivi, non tanto perché non meritino una raffica di mitra, che anzi ne meriterebbero due a testa, quanto perché vorremmo sapere se hanno qualcosa da dire. Per il resto è guerra e nulla può far peggio delle ondate di isterismo anti islamico o di quelle opposte di pacifismo cretino." Aldo Giannuli

© Federico Filetti
Maira Gall