15/03/21

Dalla parte delle persone


Ho ascoltato per intero il discorso che Enrico Letta ha fatto ieri all'assemblea nazionale del PD, condividendo alcuni dei punti da lui sollevati. La necessità di un sistema fiscale più progressivo, l'estensione del diritto di voto ai sedicenni e dei diritti di cittadinanza ai nati sul suolo italiano. E ancora, il dialogo con Conte e i 5 Stelle per il 2023, il bisogno di ridare credibilità ai corpi intermedi. Non ne ho condiviso altri, come l'enfasi su crescita e competitività. Concetti antichi secondo me, eredità di una fase storica ormai chiusa almeno nel comune sentire, nonostante i rigurgiti reazionari degli ultimi mesi ce li stiano riproponendo ancora, sotto le spoglie dei tecnici. 

Ma - al di là di ciò che si possa o no condividere delle parole di un professore mosso dalle migliori intenzioni ma con una storia non certo di sinistra - la mia attenzione è stata catturata dal pulpito che ha ospitato per più di un'ora il suo discorso. Ed in particolare il motto raffigurato accanto al logo del partito del quale è stato appena eletto segretario. "Dalla parte delle persone". Non credo esista frase migliore per rendere manifesta la crisi d'identità in cui versa il PD. Una frase vaga, volutamente, e per quanto mi riguarda priva di significato: non significa dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori (come dovrebbe teoricamente essere il partito erede del fu PCI), non significa dalla parte delle donne, delle minoranze, dei pensionati, dei ricercatori, degli sfruttati. Ma non significa neanche dalla parte degli imprenditori, né del grande capitale, né dei cattolici, né dei borghesi dei Parioli. Non significa niente. 

"Dalla parte delle persone" è un contenitore vuoto che si riempie e si riempirà secondo le necessità contingenti di questa o quella fazione, di questo o quel segretario. Il PD "dalla parte delle persone" non significherà mai niente fin quando non deciderà dalla parte di QUALI persone stare. Quali interessi, generali o particolari che siano, difendere. 

E infatti l'augurio più grande che si possa fare al professor Letta adesso è quello di spiegare e spiegarci una volta per tutte dalla parte di quali persone il PD deciderà di stare. Ne ha bisogno il partito, senza una linea da ormai troppo tempo, ma ne hanno bisogno soprattutto gli elettori. In modo da fugare qualsiasi dubbio da subito e in prospettiva.
© Federico Filetti
Maira Gall