Matteo Renzi dice bene quando afferma che "i pretesti del Movimento 5 Stelle si smontano in un quarto d'ora, se il Pd va in parlamento e propone tre cose: il dimezzamento del numero dei parlamentari, l’eliminazione del vitalizio e la riduzione degli stipendi dei politici".
Però queste parole risuonano nella mia mente accanto al paradosso dell'uovo di Colombo. E' facile dire queste cose ma è molto più difficile applicarle, soprattutto se la nomenklatura del PD, che di partito riformista porta soltanto l'appellativo, rimane la stessa che ha governato, checchè se ne dica, con e per dei piduisti del calibro di Berlusconi (tessera n° 1816), democristiani divorziati (Casini, un uomo chiamato controsenso) e uomini di destra (D'Alema).
Dunque, alle prossime regionali, alle prossime amministrative ed alle prossime politiche voterò Movimento 5 Stelle non perchè ho la certezza che all'interno non ci siano mele marce ma perchè solo li è possibile (N.B.: possibile, non sicuro) che ci sia il rinnovamento che tanto bramiamo.
Meglio una flebile speranza che una dura consapevolezza.
Federico Filetti
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