Qualche settimana fa ho avuto l'occasione di fare qualche domanda sul referendum agli Onorevoli Antonio Venturino (vicepresidente vicario dell'ARS, a favore del Si) e Giampiero Trizzino (Presidente della commissione Territorio e Ambiente dell'ARS, a favore del No).
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M5S: ascesa e declino di un'idea
(pubblicato per Il Mosaico News il 4 ottobre 2016)
Liquidato con due righe di un post-scriptum sul Sacro Blog: finisce così la storia del primo sindaco a 5 Stelle.
Nessuna spiegazione nel merito dei problemi che erano stati posti da Pizzarotti, nessuna autocritica. Deputati e Senatori che, a precisa domanda dei giornalisti, sguisciano via come una saponetta bagnata dalle mani di chi la usa.
Del Movimento che metteva la comunità, l’orizzontalità e il dibattito – serio e costruttivo – al centro dell’arena politica è evidentemente rimasto ben poco.
Di quel Movimento, nato tra Reggio Emilia e Bologna nel 2009, sono rimaste poche persone, sostituite sempre più spesso e sempre più velocemente da yes-man timorosi dell’autorità e da uomini e donne incapaci di valorizzare il dissenso interno. Il processo di massificazione (di cui parlavo qui nel maggio 2012) non è stato guidato nel giusto modo, secondo me per paura che la strutturazione potesse indebolire la crescita nei sondaggi.
Finisce così la storia della Stalingrado Emiliana, pochi giorni dopo Italia a 5 Stelle, evento che ha segnato l’inizio della fase 2 (o forse 3) del Movimento. E la tempistica non è di certo casuale.
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