09/10/11

"Santoro e il suo progetto." Di Federico Filetti


Negli ultimi mesi di Michele Santoro se ne è parlato tanto.
Se ne è parlato sì in quanto giornalista molto conosciuto in Italia (e, oserei dire, anche abbastanza odiato) ma anche per le vicende che lo hanno visto protagonista e che lo hanno visto accostato, in quanto a sorte, all'indimenticato Enzo Biagi.

Andiamo per ordine: il 28 giugno 2011, durante l'ultima puntata del suo "Annozero", Santoro comunica la risoluzione del contratto con la RAI a seguito di grandi polemiche, lanciando la famosa sfida all'azienda televisiva pubblica: "sarò felice di continuare la mia avventura in Rai anche al prezzo simbolico di 1 euro a puntata".
Un affronto al buon nome dell'azienda. Un affronto anche a tutti quei politici che avevano spinto i propri tirapiedi, membri del CdA, a votare per una epurazione di massa. Naturalmente, nessuno abbocca all'amo lanciato dal Michelino nazionale.
Nelle settimane successive una querelle di notizie: "Santoro va a LA7!", titolavano i giornali.
Effettivamente Santoro e il suo entourage stavano davvero per trasferire baracca e burattini negli studi della tivù a marchio Telecom. I trader, tra l'altro, sembravano aver dato fiducia al nuovo, grande progetto Santoriano: il titolo azionario, a seguito di quella notizia, era cresciuto a dismisura!
Se non fosse per uno che di cognome fa Stella e di lavoro l'AD di Telecom Media...
"Inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore", così spiegava il Manager in una lettera. Risultato? In un giorno il titolo LA7 ha perso circa il 5%.
Santoro si sfogò, congetturando che fossero state fatte pressioni politiche ai vertici della rete televisiva. Pronta la smentita di Stella: "E' stata mia imperizia nel gestire la situazione".

Quasi in contemporanea con gli avvenimenti sopra citati, il 17 giugno, il Giornalista organizza una manifestazione a Bologna per festeggiare i 110 anni della FIOM. "Tutti in piedi, entra il lavoro".
Si raccolgono fondi in fretta e furia, si chiamano giornalisti del calibro di Travaglio, cantanti e altri artisti(tra cui Benigni). Il tutto trasmesso in streaming e sulle principali reti locali regionali. Grande successo.
Senza contratto (ma con una buona uscita di 2mln di euro), Santoro naviga in solitaria per tutta l'estate. Poi "Comizi d'amore", una trasmissione sulla linea di quella fatta mesi prima. Finanziata tramite donazioni di 10 euro l'una e da aziende private tra cui il "Fatto Quotidiano" (altre info su
serviziopubblico.it). Anche questa volta in streaming e sulle tivù locali. Sta volta però c'è anche Sky. Murdoch c'ha visto lungo e farà trasmettere il programma sulla sua rete.

Il processo di epurazione in RAI continua, dopo Enzo Biagi, il Cavaliere Mascarato è tornato a mietere le sue vittime. Vittime che, però, erano le uniche a fare share. Se da un lato è vero che il principio "io non voglio pagare, tramite il canone, trasmissioni che non sopporto" è anche vero che si deve dare un occhio al mercato che dice 20,71% medio per la stagione 2010/2011, con un day time per Rai 2 dell' 8,88%. Le aziende quando devono investire in pubblicità guardano questi dati, non se stai simpatico o meno.
L'epidemia culturale del servizio pubblico è galoppante, dopo Santoro toccherà anche ad altri. Floris, ad esempio.
E poi? Chi sarà a darci almeno la parvenza di un servizio pubblico degno di questo nome?
Parola d'ordine: RIVOLUZIONE (televisiva).

Federico Filetti

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© Federico Filetti
Maira Gall