04/11/14

La Routine Affascinante - Ovvero: come ho fatto un film, in Sicilia, con 100€.

Biagio Cilia in una delle sue pose da hipster
C’era una volta la pellicola. Fin dal primo giorno di lezione in Accademia, si parlava sempre di come ormai si possano fare film con qualsiasi cosa, anche con i cellulari. E allora dai, scrivete, girate, producete, che tanto ormai basta premere un pulsante! E allora dai, scriviamo-giriamo-produciamo-chetantoormaibastapremereunpulsante. Fermi tutti, non è davvero tutto così semplice.
Durante i miei tre anni di studi a Roma ho provato più volte, nei limiti consentiti dal tempo libero, a girare qualche cortometraggio. La sceneggiatura c’era, la buona volontà anche, gli amici disposti a dare una mano incondizionatamente pure, ma non mi è mai stato possibile portare a termine un progetto.
“E quindi sta rivoluzione del digitale?”. Eh.
Quando certa gente parla di rivoluzione del digitale, nessuno dice mai, però, che le location restano reali, che le luci non le inventi al pc, e che l’attrezzatura non la porti in tasca (se qualcuno vi dice che vi farà vincere un Oscar tirando fuori l’iphone dai pantaloni e premendo REC, molto probabilmente è Wanna Marchi).


E che un video di te che parli, canti e balli nella tua cameretta non è poi così rivoluzionario.

Negli Stati Uniti, però, non è raro trovare film girati con budget al di sotto dei 10.000$ tra i vincitori di qualche festival. Dai che quasi quasi torna la speranza.
Ad agosto, dopo la laurea, sono tornato in Sicilia, a Piazza Armerina, e con tre amici si è deciso di girare un cortometraggio. Il tempo di prepararci e siamo già in macchina verso la periferia di un paese vicino. Dopo quattro giorni di riprese ci rendiamo conto che ciò che stavamo girando avrebbe avuto bisogno di un’ora per essere raccontato. Quattro ragazzi si imbarcano nella sfida di girare un lungometraggio con le loro sole forze, e le peripezie per fare questo film andrebbero raccontate in un film a parte. Di quando, per esempio, abbiamo girato su un ponte abbandonato, stretto quanto un marciapiede, sotto il caldo di agosto per due giorni, con la convinzione che una location così i film italiani degli ultimi anni se la sognano, e noi ci abbiamo girato GRATIS. O di quando ci siamo trovati davanti a uno degli ostacoli più grandi per una produzione come la nostra: trovare una location per una scena in interni. Ebbene, abbiamo girato in un “castello”, con un arredamento da fare invidia al Titanic, e anche questa volta GRATIS, per non parlare poi la gioia di chiacchierare con la padrona di casa, alla quale do anche più valore della bellezza della location.
In quattro ci siamo occupati di tutte le mansioni ricoperte da una troupe: dalla fotografia alle scenografie e ai costumi, addirittura anche i ruoli dei protagonisti e un paio di altri personaggi, con un budget che comprendeva solo le spese della benzina e dei panini.
La Routine Affascinante è l’Odissea di due personaggi fuori dal mondo, ma non per questo meno umani, nelle campagne siciliane, che per l’occasione si trasformano in paesaggi surreali che ospitano personaggi oltre la realtà. Un’Odissea verso la perdita di un’umanità già probabilmente persa, verso l’esperienza che crea una nuova consapevolezza.
Ma prima di tutto La Routine Affascinante è un lungometraggio pensato, prodotto e partorito da quattro persone con tre reflex, tanti vestiti da buttare, un’automobile e tanti amici che non avevano niente di meglio da fare che interpretare strani personaggi secondari, e per questo meritano un enorme ringraziamento, perché il cinema è fatto principalmente da persone che abbracciano un sogno e si tuffano a rotta di collo verso un viaggio, che per quanto metaforico, fa tornare cambiati anche se non è cambiato nulla. Come nel nostro film.

Biagio Cilia

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© Federico Filetti
Maira Gall