12/11/14

Washington Consensus 2.0

Analizzando gli ultimi tre anni della politica nostrana, mi è capitato di tracciare analogie, differenze, continuità e discontinuità dei tre governi che si sono succeduti dal 2011 ad oggi. Ovviamente parliamo dei governi presieduti da Monti, da Letta e da Renzi.

Le maggioranze che sostengono e hanno sostenuto questi governi sono pressoché le stesse, una "grand coalition" trasversale con dentro tutti i principali partiti.

Il ruolo del Parlamento è sempre marginale, essendo la sua azione legislativa sostituita da decreti legge inemendabili.

Anche molti ministri sono gli stessi: qui parliamo di Angelino, di Lupi e della Lorenzin.

Il PdR, manco a dirlo, è lo stesso. Come sapete, sull'efficacia della sua azione nutro grandissime riserve (parlo in termini di risultati e non di intenzioni, che non metto in dubbio siano nobili).

Ciò che mi sconvolge di più, tuttavia, non sono le cose che ho appena elencato, quanto il fatto che non riesco a tracciare nessuna discontinuità nelle azioni di questi tre governi.
Mi spiego meglio: in principio si trattò di mettere in sicurezza le finanze disastrate del paese in un momento di enorme incertezza sia politica, sia popolare, ma ancora di più sui mercati.
Per stabilizzare la situazione, sono stati introdotti vincoli di spesa (tra cui l'obbligo di pareggio di bilancio inserito nella Costituzione) che hanno avuto l'effetto di deprimere la domanda interna e di ridurre drasticamente tutte le spese essenziali, dal welfare alla scuola.
Sull'inefficacia (e la malafede) delle politiche di austerity ci ho scritto una tesi, quindi non mi dilungo.
Il filo comune che lega gli operati di Monti, Letta (anche se di meno, visto che ha avuto vita breve) e Renzi è la continua adozione di politiche liberiste all'italiana (leggasi: politiche liberiste fatte male, ndr).
Flessibilizzazione di qualsiasi mercato, incentivi alla competizione, minimizzazione dello stato sociale, privatizzazione (sempre all'italiana) di tutte le grandi aziende italiane tramite la cessione di un numero sempre più consistente di azioni, socializzazione delle perdite bancarie dovute agli azzardi dei manager e tutela dello status quo riguardo a ciò che resta: dai diritti civili, alla giustizia, ai reati dei colletti bianchi.

Se la tutela dello status quo si renda inevitabile a causa delle tensioni che esistono in una siffatta maggioranza (capisco che per Renzi è complicato poter parlare di riforme sui diritti civili e di reati dei colletti bianchi con gente come Alfano e Berlusconi, e capisco anche che sia stato lo stesso per M. e L.), non mi è chiaro fino in fondo il motivo per cui si è deciso di dare lo stesso tipo di indirizzo ideologico a tre governi diversi, di cui due di centrosinistra.

Inizio a pensare che le pressioni internazionali sull'azione del governo esistano e siano molto forti. Visti i risultati, mi sembra di riuscire anche ad intuire da dove provengano.

ff




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© Federico Filetti
Maira Gall